14/01/11

Il talentuoso ed il piazzato

Post difficile, ispiratomi da un amico di cui apprezzo l'intelligenza, la velocità nel cogliere le situazioni e le opportunità, la competenza e il desiderio di innovazione. Un amico con un mutuo, bimbi piccoli e spese familiari, naturalmente, imprecisabili ad inizio mese. Io, per esempio, questo mese ho speso per gli allegri malanni di stagione sui 300 euro tra visite mediche specialistiche e medicinali costosissimi non "salvavita" .

Torniamo al mio amico. Sconsolato mi dice che il suo ufficio è stato inglobato in un altro. Lui, che era il capo, adesso è il subalterno di un giovane di belle speranze privo della sua esperienza, della sua passione, della sua tensione all'innovazione. Uno "piazzato", una specie di sanguisuga delle energie altrui, peraltro arrogante e presuntuoso.
Cosa consigliare? Vediamo un pò di fare qualche ipotesi:

1.Vai via e mandi a quel paese tutto e tutti con una bella pernacchia dicendo "non mi meritate".
Controindicazione: tua moglie, a casa, dopo essere svenuta, ti ci manda lei a quel paese.
2.Rinuncia alle tue ambizioni, sii passivo e limitati al compitino.
Controindicazione: soluzione efficacissima nel breve periodo, nel lungo periodo moriresti di stress da atrofia neuronale.
3.Sfoggia ciò che sai fare e cerca di svalutare con tutti i mezzi il neocapo.
Controindicazione: soluzione facile ed economica ma se il "piazzato" ha un "piazzista" forte rimarrai spiazzato e, poi, spedito nel seminterrato.
4.Continua a fare bene il tuo lavoro e potenzia l'area dell'"accettazione" attiva, ossia della capacità di accettare gli eventi non rimanendone schiacciato psicologicamente e operativamente.
Controindicazione: belle parole, bellissime, ma l'autostima ha necessità di essere SEMPRE alimentata. A lungo andare e, soprattutto se il contesto non è aiutante, puoi vivere uno stato di stordimento. Chi sono? Perchè subisco? Perchè non vado via? Perchè accettare se non sono riconosciuto?
5.Continua a fare bene il tuo lavoro e cerca delle occasioni esterne di crescita umana e professionale da utilizzare nel momento più opportuno. La soddisfazione, dunque, ed il riconoscimento, li otterrai altrove.
Controindicazione: Operazione costosa e "investimento" senza certezze. Se ciò che faccio "fuori" non avrà il suo rientro economico-professionale "dopo", come mi sentirò? L'altro rischio, se non fai bene il tuo lavoro costantemente perchè non ne puoi più, è quello di disinvestire emotivamente le tue energie sul posto di lavoro e, a lungo andare, potrai vivere una sensazione di alienazione e di disinteresse in ciò che fai. Gli altri lo noteranno e nel seminterrato ti ci manderanno lo stesso.
6.Cercati un nuovo lavoro ma continua a fare bene ciò che stai facendo.
Controindicazione: Fare colloqui, cercare, rispondere è impegnativo e, se sei talentuoso e il tuo lavoro è di nicchia, rischieresti di doverti trasferire ad Amsterdam in quattr'e quattr'otto. Come fare se tua moglie lavora, se tuo figlio è all'asilo, se ci sono i nonni che ti danno una mano, se non puoi permetterti mutuo e affitto olandese e se non ti pagano molto di più? In più, cercare spasmodicamente un nuovo lavoro ti scollegherà facilmente da ciò che starai facendo. Proiettarsi anche solo con la mente in altri lidi, rispondere di nascosto alle telefonate, prepararsi psicologicamente alle selezioni e ai sadici recruiter che beccano cento euro per selezionare un quadro che ne guadagnerà 3000 al mese, tutto ciò ti farà fare probabilmente errori lì dove sei adesso. Ti conviene?
7.Riposizionati mentalmente sul tuo nuovo ruolo, limitati a fare bene ciò che esso prevede; evita di fare più di quanto dovresti e che, invece, compete al tuo capo; cogli le occasioni per dimostrare, discretamente, ciò che sai fare, quando hai di fronte degli interlocutori che possano far transitare il messaggio "lui è meglio del capo"; investi emotivamente anche, dico ANCHE, e non solo, altrove, su un hobby, un interesse culturale, sulla famiglia etc; cerca altre opportunità professionali ma fà che ciò non diventi un'ossessione. Parla con chi ti vuol bene del tuo malessere, affinchè non ti senta un supereroe lasciato solo e abbandonato coi suoi pensieri e le sue frustrazioni e, investi, non troppo, su una formazione mirata "esterna" che ti possa dare, ragionevolmente, domani, dei frutti. Pensa, infine, anche se ti sembra una favoletta, che ricoprire un posto di elevata responsabilità comporta sacrifici, competenze, conoscenze e doti relazionali di elevata qualità e che la poltrona, se non sei capace, prima o poi, scotterà. A quel punto sarà nuovamente il tuo turno.
Controindicazione: in questo percorso dovrai circondarti di supporters, amici, persone che alimentino il tuo sorriso e la tua autostima. Credo che, però, ciò non rappresenti un ostacolo insormontabile.
Forza, coraggio, allora!!
La strada per una leadership chiara, cristallina, autorevole  e condivisa, prevede, ciclicamente, dei periodi di sottostima, di svalutazione e di messa in panchina. Solo il vero leader sa reagire e risorgere. E, anche se si sente solo di fronte al suo fallimento indotto, riesce a trovare un nuovo stimolo, nuove energie, arricchendosi della presenza degli altri, preparando la rimonta, vicina o più lontana che sia.

8 commenti:

  1. ps: il post per me è difficile perchè questa è una cosa che mi fa veramente incazzare. Scusate il francesismo.

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  2. bel post. Ho vissuto una situazione simile anche se non si trattava di posizione da capo. beh, dopo un periodo in cui ho passato quasi tutte le controindicazione dei punti del post, sono riuscita a cambiare "posizione". Ormai per quel lavoro e quel posto non provo neppure più rabbia. Solo un profondo senso di liberazione... :)
    In bocca al lupo per il tuo amico!

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  3. Beh, lo farò leggere a mio figlio....
    Lui è ancora alla fase 1 ...
    no, 2...
    no,3...
    no, 4...
    no, 5...
    no,6...insomma tutte queste ben incasinate .

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  4. Bruno ti interessa la proposta descritta da me ...o da Ambra? Se hai tempo e voglia dai un'occhiata.

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  5. Primo periodo: E le stelle stanno a guardare!!...se il 'piazzato' non vale niente ha bisogno di menti e sostegno da parte di chi conosce bene il lavoro!!...e quindi busserà alla porta giusta in men che non si dica!!...e qui scatta il secondo periodo: La rimonta....'il piazzato' va spiazzato!!!
    Con i tempi duri i duri giocano!!! e gli 'Hard times' si trasformano in 'Great expectations'!
    In bocca al lupo all'amico talentuoso!!
    Bel posto Bruno!!
    Ciaooooooooo

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  6. @Ste. frazie carissima per aver scritto. Sì se si è fortunati e si trova qualcosa di equivalente altrove, presto si dimentica. Ma coi tempi che corrono.... A presto!!!!
    @Sandra: la proposta è bella!Io aderisco. Città Vr. Però non garantisco, avendo pargolette a rischio febbre 24 ore su 24. Mi raccomando scegliete un posto rilassante e pieno di verde!
    @made: il piazzato è un fantoccio. prima o poi verrà spostato dove non ha la possibilità di creare casini. Il problema è la delega. Limitarla e svolgere il proprio ruolo di subalterno senza sostituirsi al capo/ciuco. E' una lotta. Di nervi. Ma il talento non muore. A presto!!!!!!

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  7. Ciao Bruno. La tua analisi è lucida. E' facile riconoscere realtà alle controindicazioni che accompagnano le diverse opzioni. Se proprio devo aggiungere qualcosa, direi che è importante concentrarsi sul proprio lavoro, in particolare se prevede una relazione con persone che non fanno parte dell'ambiente lavorativo e, soprattutto, in attesa della caduta degli dei, se proprio non si può rimuoverli in altro modo, smettere di pensare che ci siano superiori in assoluto ( è facile operare questa trasposizione, ed è questa ,secondo me, la più difficile da gestire . Se dentro di noi cade il concetto di leader/sottoposto è più facile non sentirsi inferiori.

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  8. @giacynta:grazie del tuo commento!Analizzare dal di fuori consente di essere lucidi.Sentirlo sulla propria pelle il fiato del piazzato è terribile (lo posso garantire). Utile la tua considerazione. E' un cambiamento di schema mentale. Sentirsi non sottoposto ma "transitoriamente" nelle retrovie. Alla lunga, però, il senso di giustizia ribolle. E' lì che dobbiamo trovare persone intorno che ci facciano pensare ad altro e scoprire strategie per trovare, anche altrove, ma senza angoscia, nuove opportunità. A prestissimo, Giacynta!

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